LA DOMOTICA AL SERVIZIO DELLA DISABILITÀ

Archimede disse: «Datemi una leva e solleverò il mondo», ma come una leva per funzionare ha bisogno di un fulcro, io da disabile motorio pressoché totale quale sono, potrei dirvi: «Datemi un dito e con l’aiuto della domotica solleverò il mondo», poiché negli ultimi anni la domotica è venuta spesso in soccorso alla disabilità.

Io stesso in seguito all’incidente stradale che 12 anni fa mi ha reso tetraplegico, ovvero completamente paralizzato dal collo in giù, vivo in un appartamento adiacente quello dei miei genitori, che con l’aiuto degli ingegneri del centro protesi Inail di Buddrio (BO) è stato dotato di un impianto domotico che mi ha permesso di recuperare una discreta autonomia.

La domotica svolge un ruolo importante nel rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi. Uno degli obiettivi principali della domotica è quello di realizzare nuovi ausili per persone disabili, affette da handicap e per coloro che, a causa di malattie neurodegenerative o traumatiche, non hanno più il controllo volontario dei propri muscoli.

Quando si parla di strutture in cui è applicata la domotica si tende a definire gli edifici “intelligenti”. Con “casa intelligente” si indica un ambiente domestico – opportunamente progettato e tecnologicamente attrezzato – il quale mette a disposizione dell’utente impianti che vanno oltre il tradizionale, dove apparecchiature e sistemi sono in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome, completamente autonome o programmate dall’utente.

Parlando di domotica al servizio della disabilità, si può dire che non esiste un impianto domotico standardizzato, ma che l’impianto domotico va progettato per le esigenze del disabile come un vestito su misura. Infatti esistono vari tipi di disabilità:

– quelle sensoriali, ovvero quelle visive e/o dell’udito;

– quelle psichiche;

– quelle motorie ove la domotica ha il maggiore campo d’azione.

Nel progettare questo vestito su misura va tenuto da conto che le disabilità motorie possono essere causate da:

un trauma;

una malattia.

Normalmente nel caso di un trauma quando cessa la fase acuta e la situazione clinica si stabilizza, si riesce ad avere anche un quadro definitivo delle residue capacità motorie, ma se invece la disabilità è dovuta una malattia neurodegenerativa bisognerà tener conto che le capacità motorie andranno via via diminuendo.

La prima valutazione da effettuare è quindi quella sulle potenzialità residue dell’utente. E’ fondamentale osservarlo durante le attività quotidiane e conoscere le sue reazioni se posto di fronte a determinati stimoli, al fine di individuare con assoluta precisione un movimento, anche minimo, ma sempre volontariamente ripetibile, da utilizzare per azionare un determinato comando.

La seconda valutazione da fare è di tipo meno funzionale ma più pratica: si tratta dell’analisi dei bisogni. È molto importante guidare l’utente nell’identificazione dei bisogni e nella scelta dei dispositivi da automatizzare: la vera qualità di un sistema di automazione ambiente si vede anche nella capacità di essere snello, non invasivo sull’ambiente nel quale viene introdotto, gradevole esteticamente e facile da utilizzare. Appesantire troppo un’automazione equivale a contravvenire a tutte queste qualità che fanno della domotica una risorsa.

Le funzioni della domotica per disabili sono essenzialmente quelle di creare una automazione domestica, ed una agevolazione comunicativa a vantaggio dell’utente.

AUTOMAZIONE DOMESTICA

Per automazione domestica si intende la creazione di una specie di casa intelligente, nella quale elettrodomestici, luci, porte, finestre, tapparelle siano automatizzati o motorizzati al fine di dare la possibilità all’utente di poterli azionare tramite speciali telecomandi.

Ogni utente, sebbene affetto dalla stessa patologia o dalla stessa disabilità di altri, sviluppa delle abilità residue differenti e pertanto l’interfaccia da sfruttare per poter usufruire della domotica deve essere studiata e scelta secondo valutazioni individuali.

Normalmente l’interfaccia con l’automazione domestica viene realizzata attraverso un telecomando programmabile, entro il quale si possono fondere più telecomandi in modo da ottenere un unico telecomando universale in grado di interagire con tutta la casa, infatti nel telecomando programmabile oltre ai telecomandi di luci, porte, finestre e tapparelle possono venire riversati anche i telecomandi della televisione, dello stereo, del lettore DVD, per finire al condizionatore e quant’altro.

Solitamente questi telecomandi funzionano “a scansione”, cioè il telecomando propone in sequenza i vari comandi possibili e l’utente seleziona attraverso un trasmettitore esterno quello voluto. A seconda delle abilità residue dell’utente questi trasmettitori possono funzionare con un joystick, con uno strumento a soffio oppure con un sistema a controllo oculare:

  • Il joystick viene utilizzato quando vi sono delle residue attività motorie, pertanto vi possono essere dei joystick azionati tramite un dito, un polso, tramite il mento, come nel mio caso.
  • Gli Strumenti a soffio vengono utilizzati quando le residue attività motorie non sono sufficienti, o diventano troppo faticose per l’utente. Gli strumenti a soffio sono azionati tramite pressione labiale e funzione respiratoria.
  • Il Sistema a controllo oculare si utilizza nei casi più gravi, quando anche il movimento della bocca e della voce viene inibito, per esempio SLA o Atrofia Muscolare all’ultimo stadio. Il sistema a controllo oculare consiste in una telecamerina, piazzata in prossimità della webcam, che registra i movimenti delle pupille e i battiti delle palpebre, riuscendo a trasformare questi movimenti in comandi di una tastiera alfanumerica.

È importante sottolineare come sia il joystick che lo strumento a soffio, oltre ad interloquire con il telecomando universale possono venire utilizzati anche per guidare la carrozzina elettrica. Va ricordato che le carrozzine elettriche più evolute, oltre a permettere all’utilizzatore di spostarsi autonomamente anche in caso di attività motorie residuali ridottissime, diventano parte integrante dell’impianto di domotica, perché il loro computer di bordo è già dotato di un telecomando programmabile entro il quale inserire tutti i comandi dell’impianto domotico. Il computer di bordo permette inoltre di inserire una scheda SIM attraverso la quale effettuare e ricevere chiamate ed inviare SMS sia in casa che fuori.

Ultimamente la domotica si va evolvendo verso altri modelli di telecomandi speciali che prevedono il completo funzionamento mediante input vocale e sono utili in caso di persone con grave disabilità motoria o sensoriale (ad esempio gli ipovedenti), ma che mantengono una buona funzione vocale. Molto importante in questi casi è la funzione di feedback mediante sintesi vocale, che ripete il comando eseguito, dando all’utente la consapevolezza della corretta interpretazione del comando.

Il mio parere, confortato anche da quello di altri disabili nella mia condizione, che hanno avuto modo di provare entrambi i sistemi, è che il comando vocale ha l’indubbio vantaggio di superare ogni tipo di limitazione motoria, ma nella pratica il suo uso può diventare problematico, perché spesso nell’ambiente domestico vi possono essere anche altre fonti sonore, quali il vociare di persone, e/o di apparecchi audiovisivi, che possono facilmente indurlo in errore.

Oltre a questi speciali telecomandi le altre possibili interfacce con il sistema domotico sono:

  • touchscreen con un sistema grafico personalizzato;
  • tastiere evolute che sostituiscono le pulsantiere tradizionali;
  • smartphone o tablet con delle applicazioni studiate ad hoc;
  • computer dotati di un software particolare;
  • cellulari che possono dialogare con il sistema domotico anche in remoto.

L’impianto domotico del quale si avvale il mio appartamento, essendo stato realizzato 12 anni fa, ha reso necessario spargere diversi sensori per ogni stanza, effettuando in pratica una cablatura completa di tutta la casa. Ultimamente questo sistema, che oltre ad essere molto complesso in fase d’adattamento di una abitazione già esistente, è anche parecchio oneroso per le abitazioni di nuova costruzione, è stato sostituito con dei sistemi wireless che sfruttano la rete per diffondere i vari comandi. Praticamente si tratta di piazzare un Web server nel quadro elettrico in grado di smistare i comandi dell’utente alle varie automazioni della casa.

AGEVOLAZIONE COMUNICATIVA

Per agevolazione comunicativa si intende l’utilizzo di speciali software per computer, o addirittura di computer speciali, che permettano di utilizzare il computer medesimo anche da soggetti portatori di gravi handicap. È da notare che qualsiasi impianto domotico può interfacciarsi con l’automazione domestica, sia attraverso un telecomando programmabile, che attraverso l’utilizzo del computer.

Di fronte a un computer il primo problema che un disabile motorio deve risolvere è quello di muovere il mouse. Ecco perché esistono dei cosiddetti emulatori di mouse che si possono suddividere nei seguenti modelli:

  • Sistema a puntamento. Basa il suo funzionamento tramite uno strumento posto sopra al computer, in prossimità della webcam, invia un raggio sulla fronte dell’utente; sulla fronte dell’utente, viene incollato un adesivo circolare che riflette questo raggio verso lo schermo del computer. Muovendo lentamente il capo il raggio riflesso riesce a raggiungere qualsiasi punto della superficie dello schermo del computer. Questi sistemi sono anche corredati di un software che permette alla raggio riflesso, una volta raggiunto il punto su cui si vuole operare, di simulare il clic semplice, il clic doppio, il clic destro e il trascinamento.
  • Integramouse. Quando la disabilità inibisce o rende faticoso il movimento motorio residuale, si può utilizzare uno strumento a soffio azionato tramite pressione labiale ed attività respiratoria. Attraverso l’integrazione di queste due azioni si può indirizzare il cursore del mouse su tutta la superficie del display, ed emulare il clic, doppio clic, mouse destro e trascinamento.
  • Sistema a controllo oculare Nei casi più gravi, quando anche il movimento della bocca e della voce viene inibito, per esempio SLA o Atrofia Muscolare all’ultimo stadio, in prossimità della webcam viene piazzata una telecamerina che registra i movimenti delle pupille e i battiti delle palpebre, riuscendo a trasformare questi movimenti in comandi di una tastiera alfanumerica, attraverso la quale il disabile riesce a interagire con il computer e a comunicare con le persone.
  • Easy Mouse. Per utilizzare questo sistema bisogna avere una carrozzina elettrica che sia compatibile. L’Easy Mouse è uno strumentino che viene collegato ad una porta Usb del computer, ed emette dei raggi infrarossi in grado di interfacciarsi con il computer di bordo della carrozzina elettrica. Una volta avvenuto il contatto, muovendo il joystick della carrozzina elettrica si sposta il cursore del mouse in qualunque punto del display, e tramite un pulsante premuto con il capo si emulano le funzioni di clic, doppio clic, clic destro e trascinamento.

 LA SCRITTURA AL COMPUTER PER DISABILI

Il secondo problema da risolvere per un disabile motorio è quello della scrittura o della dettatura al computer di un testo. Non potendo utilizzare la tastiera normale si può optare per due soluzioni:

– una tastiera virtuale che appare sul display del computer. Con i movimenti del cursore del mouse, si digitano le parole lettera per lettera. Queste tastiere virtuali sono dotate di uno strumento tipo il T9 dei telefonini, per cui dopo aver scritto le prime due lettere di una parola propongono tutta la gamma di parole più comuni che cominciano con quelle due lettere.

– Un comando vocale qualora il disabile non abbia perso l’utilizzo della voce. Si tratta di un software facilmente installabile sul computer e dal costo accessibile. Permette di dettare tutti i testi ad una velocità che è quasi superiore a quella della digitazione manuale di un operatore esperto. Viene usato su larga scala anche in molti uffici, ed addirittura ne esistono delle versioni professionali per studi medici, studi legali eccetera.

COMPUTER PER DISABILI SENSORIALI

Fin qui abbiamo parlato di disabilità motorie, ma esistono anche delle disabilità sensoriali come la cecità e l’ipovedenza. In questi casi oltre ad avere delle tastiere, delle stampanti, dei fax con i tasti in Braille, esistono anche dei programmi che tramite dei sintetizzatori vocali permettono di riprodurre la parola che il non vedente sta digitando, oppure il testo che appare nella videata del computer.

LA CONTINUA EVOLUZIONE DEI COMPUTER

Tutti gli ausili di automazione domestica e facilitazione comunicativa appena elencati, mentre ne parliamo rischiano di essere già obsoleti perchè vengono continuamente inventate nuove tecniche comunicative. Una tecnica in sperimentazione è quella che si pone il risultato di captare gli impulsi cerebrali per trasformarli in comandi del computer.

E’ un inglese il primo “paziente telepatico”, che grazie ad un sistema messo a punto dall’Università di Southampton, che trasforma i pensieri in stimoli elettrici, è riuscito a trasferire al computer un segnale solamente pensando di muovere le braccia. Gli scienziati sono riusciti a creare un’interfaccia cervello-computer, ovvero un’applicazione che dopo aver analizzato i messaggi trasmessi dal cervello, è in grado di trasformarli in un codice binario ed inviarli attraverso Internet per tutto il globo.

CONCLUSIONI

È importante sottolineare come, sia tutte le tecniche già esistenti, che quelle attualmente allo studio e che magari ci appaiono molto complesse, in un prossimo futuro oltre a rispondere alle esigenze prodotte dai diversi tipi di disabilità, potranno entrare a far parte della vita di tutti i giorni per facilitare situazioni lavorative, di divertimento e/o di sicurezza. Esistono già dei sistemi antifurto a riconoscimento oculare, e potranno magari esistere nel futuro macchine azionate con la forza del nostro pensiero.

A questo proposito è importante che la domotica venga utilizzata da un numero di utenti sempre maggiore, poiché una maggior diffusione di tale tecnologia permetterà alle aziende produttrici di migliorarne la qualità continuando ad investire in innovazione tecnologica, ed agli utenti, disabili e non, di poter usufruire di un prodotto sempre più performante a dei prezzi sempre più competitivi.

 

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